Clio Ferracuti: “Le Fiamme Oro? Devo tutto a loro”

Clio Ferracuti: “Le Fiamme Oro? Devo tutto a loro” – Intervista alla campionessa europea di Karate

Intervistare Clio Ferracuti è stato un onore. Per questo dobbiamo ringraziare oltre a lei, che si è dimostrata gentile e molto disponibile nei nostri confronti, anche la concessione a pubblicare questo articolo che ci è stata data dalla Polizia di Stato – Gruppo Sportivo Fiamme Oro, società di appartenenza di Clio.

Chi è Clio Ferracuti?

Clio Ferracuti, classe 1996 è un’atleta romana, Agente della Polizia di Stato e appartenente al Gruppo Sportivo Fiamme Oro. Dominatrice italiana della categoria +68 kg “kumite” (combattimento), è anche più volte campionessa europea e autrice di molteplici risultati di rilievo con la nazionale italiana FIJLKAM – Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali.
Di lei, non sono solo i risultati a colpire, ma anche la tenacia che mostra in ogni suo combattimento. Grinta e potenza danno vita a uno spettacolo alla quale ogni volta vale la pena di assistere.

Intervista a Clio Ferracuti

di Marco Colaianni

Ciao Clio, prima di tutto grazie per aver accettato il nostro invito e grazie alle Fiamme Oro per averci dato l’opportunità di conoscere meglio una eccellenza del karate italiano come te.
Nell’introduzione ci siamo permessi di racchiudere in poche righe “chi è Clio Ferracuti” vista dai nostri occhi e dagli occhi di molti praticanti di karate. Adesso però vorrei farti la stessa domanda e sentire anche la tua versione.

Come ti descriveresti?

“Sono una ragazza molto ambiziosa, mi piace darmi da fare in ogni occasione. Molte persone mi definisco solare, infatti amo ridere e scherzare. Sono molto diffidente e difficilmente mi fido subito, di fatti molti credono io sia antipatica o snob, in realtà è un meccanismo di difesa. A volte mi definisco la prima “nemica di me stessa” perché molto autocritica, esigo tanto da me e da ciò che vedo nel mio specchio. In pratica non mi vado mai bene! Trovo sempre qualcosa da migliorare. Come atleta, mi definisco tenace e combattente, perché non ho paura di chi ho davanti, mai. Sono inoltre molto istintiva, tanto che molto spesso alla fine degli incontri non ricordo mai tutto alla perfezione. Prima ero molto più vulcanica, ora invece sto lavorando per rimanere molto fredda e sempre attenta, perché ho scoperto che prendo meglio in mano l’incontro e non spreco energie”.

Avvicinamento allo sport

Cosa ti ha spinto ad iniziare la pratica del karate?

“Ho iniziato a 4 anni, come gioco! E come te, anche io ho iniziato con la mia famiglia che era già nel mondo del karate. Mio padre è stato il mio primo Maestro fino al compimento dei miei tredici anni. Ho iniziato a prenderlo come sport, quando ho cominciato a fare le gare a 6 anni. Devo aggiungere che, oltre al karate, ho accompagnato sempre altri sport come nuoto e danza”.

Il fatto che tu sia cresciuta praticando più sport è un bel messaggio ed è la conferma che l’attività fisica può e deve essere integrata nel percorso di crescita dei bambini insieme all’istruzione scolastica, all’educazione familiare ed allo studio. Hai praticato agonismo in altri sport, oltre che nel karate?

“Sì, ho fatto qualche gara di nuoto poi ho subito smesso perché non riuscivo a fare le gare di karate, quindi le mie priorità sono cambiate”.

Karate in casa Ferracuti

So che anche tua sorella pratica karate e gareggia nella specialità “kata” (forme), qual è il tuo rapporto con lei? Tra fratelli a volte si tende a differenziarsi. C’è un motivo particolare, anche non esplicito tra di voi, che vi ha portato a competere in due specialità diverse del karate?

“Abbiamo un bel rapporto, diciamo che abbiamo scelto specialità diverse perché ci rappresentano caratterialmente.
Lei molto più metodica, pacata e pignola io molto più vulcanica e istintiva.  Mia sorella è brava in tutto ciò che fa, quindi credo se facesse kumite sarebbe forte anche lì”.

Se un giorno ti facesse una sorpresa e te la trovassi davanti sul tatami, la tratteresti come un’avversaria qualunque? [Sorrido perchè a me è capitato NDR]

“Non so, avrei paura di farle male! [Ride NDR] Mi trovo in difficoltà a combattere contro le amiche figurati con lei..”

Da quale stile di karate provieni e che rapporto hai con il kata?

“Provengo dallo stile Wado Ryu. Per me i kata sono affascinanti, esprimono potenza ed eleganza. Devo ammettere, però, che non mi rappresentano per come sono caratterialmente quindi ho sempre preferito il kumite” (combattimento).

La carriera agonistica

Passando alla tua specialità invece, qual è stato il successo agonistico che ti ha lasciato il ricordo più bello?

“Sicuramente il mio primo campionato europeo “Under 21″ [categoria sotto i ventuno anni di età NDR], perché è stato per me la conferma che sarei potuta arrivare in alto, con dedizione, impegno e tanta forza di volontà. È da lì che ho Iniziato a credere in un sogno”.

Quando hai capito che, quella che era la tua passione, un giorno sarebbe potuta diventare anche la tua professione?

“Beh, quando sono arrivati i primi risultati si è creata la possibilità di poter pensare di farne una professione”.

So che hai vinto molti titoli italiani. Qual è stato il primo che ha dato il via a tutti gli altri successi?

Ne ho vinti 6, ed il primo è stato un campionato italiano “Juniores” [categoria dai 16 ai 17 anni di età NDR]

Lo sport non è solo attività fisica

Cosa ti ha lasciato il karate durante il tuo percorso? In che modo sei cambiata caratterialmente e quali lati del tuo carattere ha affermato…

Ho scelto di fare kumite perché rispecchiava molto il mio modo di essere.
Grazie a questo sport sono riuscita ad acquisire molte cose: la gestione dell’ansia, fondamentale per la lucidità e per l’andamento corretto di una gara.
Ho imparato ad accettare ciò che sono, a conoscermi e soprattutto a “sentirmi”. Con quest’ultima ho capito quando fermarmi e magari lasciar recuperare il fisico, oppure spingere di più in allenamento.
Mi ha dato sicurezza ma anche lezioni di vita. Ci terrei a precisare che lo sport in generale, ti insegna a vivere.
La Clio di ora è totalmente differente rispetto alla Clio di allora.
Questa disciplina mi ha insegnato a non mollare mai e soprattutto a non perdere di vista i miei obiettivi!
Prima ero molto esuberante, invece ora quando sono in gara ho imparato a costruirmi una “bolla” intorno nella quale c’è tutto il necessario per fare una performance buona se non perfetta e lasciare al di fuori ciò che mi disturba.

Molte volte, da istruttore vedo, ragazzi che vorrebbero approcciarsi all’agonismo subito da vincenti e che dopo qualche gara persa si arrendono. Spesso, guardando i campioni, vorrebbero bruciare le tappe ed emularli senza pensare che per arrivare a quel punto hanno percorso una strada non proprio senza ostacoli. Cosa diresti a quei ragazzi che stanno affrontando le prime gare?

“Direi che se c’è voglia e passione, anche dopo ogni caduta ci si rialza sempre!
Che se si ha perseveranza e dedizione prima o poi i risultati arrivano. Ogni gara che si fa è un’esperienza dalla quale si porta sempre qualcosa a casa, sia se si vince sia se si perde; Soprattutto se si perde! Bisogna sempre voltare pagina e capire cosa potrebbe essere migliorato! Anche i campioni più grandi imparano sempre”.

Karate ieri e oggi

Il calendario federale da una decina di anni a questa parte è cambiato molto, proponendo una mole di gare molto più frequenti e tutte impegnative. Anche il livello medio degli atleti negli ultimi anni è salito molto. Per questo, la metodica di allenamento ricopre un ruolo sempre più fondamentale per gli atleti di élite e per lo staff tecnico che li prepara. Tu che rapporto hai con l’allenamento?

Ogni allenamento è sempre diverso, c’è sempre qualcosa di nuovo, ma se dovessi scegliere, sceglierei gli allenamenti incentrati sulla tattica (i più difficili) dove si ricrea la situazione gara.
Amo anche la preparazione atletica con il nostro preparatore, soprattutto quando incentra l’allenamento sul metabolico.
A volte è più faticoso iniziare ad allenarti quando si va verso il venerdì, perché hai un carico di allenamenti alle spalle e quindi sei più stanco. Una volta scaldati i motori si parte.

Sport e nutrizione

Per quanto mi riguarda, ho spesso a che fare con donne e ragazze che cercano di migliorare il proprio aspetto fisico. Ogni volta, affrontare l’argomento alimentazione è un “tabù”. Ci sono molti luoghi comuni e molte interpretazioni sbagliate della parola “dieta” che a volte nell’ideologia comune della maggior parte delle persone equivale al digiuno o poco più. Mi piacerebbe sapere qual è il tuo rapporto con l’alimentazione, essendo un’atleta di uno sport in cui ci si deve rapportare spesso con la bilancia per rispettare i limiti della propria categoria di peso.

L’alimentazione in generale è fondamentale per l’atleta, perché è la benzina per far funzionare al meglio il corpo. Nonostante gareggi nella categoria “pesi massimi”, seguo costantemente un’alimentazione fatta su misura per me. Prima quando ero più piccola non ne seguivo, ora posso dire che c’è tanta differenza, in meglio.
Il “non mangiare” fa male, perché è la nostra fonte energetica senza la quale non possiamo svolgere nessuna azione in maniera efficiente.

La vita da atleta delle Fiamme Oro

Molti atleti delle categorie giovanili, guardano voi professionisti con occhi di ammirazione e sperano un giorno di poter far parte di un gruppo sportivo come quello della Polizia di Stato, pur non sapendo cosa li aspetta al di là di quello che possono vedere con i loro occhi attraverso le competizioni alla quale partecipate. Come si svolge una giornata tipo di un’atleta delle Fiamme Oro?

È lavoro. Quindi si hanno orari precisi di allenamento due volte al giorno in caserma, solitamente si stila un programma settimanale in base alle competizioni e si organizza e struttura ogni allenamento in maniera metodica e precisa: sia il tecnico e il preparatore atletico si confrontano e decidono. Così si crea sinergia e tutti insieme cresciamo di pari passo. Si passa molto tempo insieme alla squadra. Dalla mattina fino al pomeriggio, personalmente lo passo in caserma.

Cosa sono per te le Fiamme Oro?

Il gruppo sportivo Fiamme Oro della Polizia di Stato ha sempre brillato nelle competizioni. Oltre al valore tecnico è sempre stato contraddistinto da una squadra i quali componenti sono molto legati tra loro. Nonostante il karate sia uno sport individuale si denota molto affiatamento nel vostro gruppo. Per questo vorrei chiederti: cosa sono per te le Fiamme Oro?

Ho iniziato a far parte di questa famiglia quasi 10 anni fa. Uso il termine famiglia perché squadra sarebbe riduttivo. A 13 anni sono entrata a far parte del settore giovanile, poi nel 2017 sono diventata effettiva come Agente della Polizia di Stato e ho fatto della mia passione il lavoro.
Come mi ci trovo… è la mia seconda casa, devo tutto a loro. È composta dai migliori tecnici che esistono a livello mondiale e italiano, che oltre ad essere competenti mettono passione in ogni casa, questo va al di là del “lavoro” a mio parere. A partire dal direttore tecnico Cinzia Colaiacomo fino ai neo allenatori, ex atleti…
Ogni volta che vesto i colori di questa squadra, ne vado fiera perché so tutto quello che c’è dietro.
Se posso cogliere questa domanda per ringraziare le Fiamme Oro, perché mi hanno dato la possibilità di avere il meglio. Grazie a tutti coloro che mettono anima e corpo in ciò che fanno solo per il benessere e la tutela di ogni singolo atleta.

In bocca al lupo per tutto, Clio…

In questa intervista, come già detto, ti sei dimostrata molto disponibile e gentile nei nostri confronti. Una vera campionessa! Noi di Attrezzaturepalestre.com ti auguriamo davvero il meglio e speriamo di vederti vincere per molto tempo ancora.

Ringraziamo ancora una volta la Polizia di Stato e il gruppo sportivo “Fiamme Oro” per averci permesso di conoscere meglio un’atleta straordinaria, non solo sul tatami.

 

 

 

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